Nuova Riveduta:

Abacuc 3:16

Gr 30:7-11 (Ro 12:12; 1P 1:6-9)
Ho udito e le mie viscere fremono,
le mie labbra tremano a quel rumore;
un tarlo mi entra nelle ossa,
io tremo a ogni passo;
aspetto in silenzio il giorno dell'angoscia,
quando il nemico marcerà contro il popolo per assalirlo.

C.E.I.:

Abacuc 3:16

Ho udito e fremette il mio cuore,
a tal voce tremò il mio labbro,
la carie entra nelle mie ossa
e sotto di me tremano i miei passi.
Sospiro al giorno dell'angoscia
che verrà contro il popolo che ci opprime.

Nuova Diodati:

Abacuc 3:16

Ho udito e le mie viscere fremettero, a quella voce le mie labbra tremarono; un tarlo entrò nelle mie ossa, e fui preso da gran paura dentro di me. Tuttavia rimarrò tranquillo nel giorno dell'avversità, che verrà contro il popolo che lo invade.

Riveduta 2020:

Abacuc 3:16

Ho udito, e le mie viscere fremono, le mie labbra tremano a quella voce; un tarlo mi entra nelle ossa, io tremo a ogni passo, aspettando in silenzio il giorno dell'angoscia, quando il nemico salirà contro il popolo per assalirlo.

La Parola è Vita:

Abacuc 3:16

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Abacuc 3:16

Ho udito, e le mie viscere fremono, le mie labbra tremano a quella voce; un tarlo m'entra nelle ossa, e io tremo qui dove sto, a dover aspettare in silenzio il dì della distretta, quando il nemico salirà contro il popolo per assalirlo.

Ricciotti:

Abacuc 3:16

Udii, e si conturbarono le mie viscere; mi tremarono le labbra a quella voce! Entri pure nelle ossa mie la carie, e brulichi sotto di me: affinchè nel giorno dell'angustia in riposo mi ritrovi, affinchè salga al preparato popolo nostro.

Tintori:

Abacuc 3:16

Ho sentito, e le mie viscere si son commosse, a tal voce tremano i miei labbri. Entri la putredine nei miei ossi ed esca sotto di me; purchè io abbia riposo nel giorno della tribolazione, e possa salire al nostro popolo armato.

Martini:

Abacuc 3:16

Udii, e le mie viscere si commossero: a tal voce tremarono le mie labbra. Entri la putredine nelle mie ossa, e pulluli dentro di me; Perchè io abbia riposo nel giorno della tribolazione, e vada ad unirmi al nostro popolo accinto.

Diodati:

Abacuc 3:16

Or io ho udito, e le mie viscere si sono commosse, Le mie labbra han tremato a quella voce, Un tarlo mi è entrato nelle ossa, Io son tutto spaventato in me stesso; Come avrei io riposo nel giorno della distretta, Quando colui che darà il guasto al popolo salirà contro a lui?

Commentario abbreviato:

Abacuc 3:16

Versetti 16-19

Quando vediamo avvicinarsi un giorno di difficoltà, ci preoccupiamo di prepararci. Una buona speranza per grazia è fondata sul santo timore. Il profeta guardò alle esperienze della Chiesa nelle epoche precedenti e osservò quali grandi cose Dio aveva fatto per loro, e così non solo si riprese, ma si riempì di santa gioia. Decise di deliziarsi e di trionfare nel Signore, perché quando tutto è scomparso, il suo Dio non è scomparso. Distruggendo le viti e i fichi, si fa cessare tutta l'allegria di un cuore carnale. Ma coloro che, quando erano pieni, godevano di Dio in tutto, quando sono svuotati e poveri, possono godere di tutto in Dio. Possono sedersi sul cumulo delle rovine delle loro comodità, e anche allora lodare il Signore, come Dio della loro salvezza, la salvezza dell'anima, e gioire in lui come tale, nelle loro più grandi angosce. La gioia nel Signore è particolarmente opportuna quando incontriamo perdite e difficoltà nel mondo. Anche quando le provviste vengono tagliate, per far vedere che l'uomo non vive di solo pane, possiamo essere riforniti dalle grazie e dai conforti dello Spirito di Dio. Allora saremo forti per la guerra spirituale e per il lavoro, e con l'allargamento del cuore potremo percorrere la via dei suoi comandamenti e superare i nostri problemi. E avremo successo nelle imprese spirituali. Così il profeta, che ha iniziato la sua preghiera con timore e tremore, la termina con gioia e trionfo. E così la fede in Cristo prepara ad ogni evento. Il nome di Gesù, quando possiamo parlare di Lui come nostro, è un balsamo per ogni ferita, un cordiale per ogni cura. È come un unguento versato, che diffonde fragranza in tutta l'anima. Nella speranza di una corona celeste, lasciamo perdere i beni e le comodità terrene e sopportiamo con gioia le croci. Ancora un po' e Colui che deve venire verrà e non tarderà; e dove sarà Lui, saremo anche noi.

Riferimenti incrociati:

Abacuc 3:16

Abac 3:2; 1:5-11
Sal 119:120; Ger 23:9; Ez 3:14; Dan 8:27; 10:8
Sal 91:15; 94:12,13; Is 26:20,21; Ger 15:10,11; 45:3-5; Ez 9:4-6; 2Te 1:6-9
Abac 1:6; De 28:49-52; 2Re 24:1,2; Ger 25:9-11

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